Una semplice guida alle microplastiche e ai metodi di prova per misurare il rilascio di microfibre nei prodotti tessili

Microplastiche e microfibre: perché dovremmo preoccuparci?

L'inquinamento globale da plastica continua ad essere oggetto di attenzione da parte dei media di tutto il mondo, e giustamente, visto l'impatto devastante che la plastica sta avendo sugli ecosistemi e sulla fauna selvatica.

In questo contesto, le maggiori preoccupazioni derivano dall'inquinamento da microplastiche e microfibre. Le microfibre sono una sottocategoria di microplastiche, note come microplastiche primarie, mentre le microplastiche secondarie sono per lo più costituite dalla degradazione di oggetti di plastica più grandi. Anche se i termini sono spesso usati in modo intercambiabile, le due cose sono diverse. Non tutte le microfibre sono microplastiche, poiché alcune provengono da fonti naturali come il cotone e la lana.

Questi inquinanti microscopici, definiti come più piccoli di 5 mm di lunghezza, possono entrare rapidamente e facilmente nell'ambiente attraverso le acque reflue, il suolo e l'aria, e si diffondono in modo particolarmente rapido negli ecosistemi marini.

Le microfibre hanno una natura persistente e, sebbene il loro impatto non sia ancora pienamente compreso, le prove sono in aumento. A causa della loro forma e/o dell'aggiunta di finiture chimiche e coloranti, questi frammenti possono causare danni quando vengono ingeriti dagli organismi e sono stati persino trovati negli esseri umani.

Si stima che da 6.490 a 87.165 tonnellate di microfibre all'anno vengano rilasciate nell'ambiente da fonti tessili naturali e artificiali.

Da dove provengono le microfibre?

La frammentazione delle fibre è un processo in cui piccole quantità di fibre, spesso definite microfibre, si 'frammentano' o si staccano dai tessuti durante le varie fasi del ciclo di vita di un prodotto. L'agitatore di gran lunga più significativo che causa questa frammentazione è il lavaggio domestico. Durante il lavaggio, una piccola porzione di fibre all'interno di un indumento si rompe, rilasciando micro frammenti che passano attraverso le acque reflue, nei fiumi e successivamente negli ambienti marini.

I pesci e i crostacei sono tra gli animali marini che ingeriscono queste microplastiche, e una grande quantità viene poi consumata dagli esseri umani, ed è così che la maggior parte delle microplastiche finisce nel corpo umano. Come esempio di quanto piccoli possano essere questi frammenti, sono state trovate minuscole particelle di plastica in una pulce d'acqua di 3 mm di lunghezza, che alla fine si sono raggruppate e si sono incastrate nel suo intestino.

Microfibre e moda: quali misure stanno adottando i marchi per combattere questo problema?

Organizzazioni come The Microfibre Consortium (TMC) stanno lavorando per evidenziare i problemi associati a questo tipo di inquinamento e per guidare l'industria tessile nella riduzione del rilascio di microfibre per proteggere il nostro ambiente. La loro visione è quella di lavorare per azzerare l'impatto della frammentazione delle fibre dai tessuti all'ambiente naturale. Decine di marchi della moda e della distribuzione hanno già sottoscritto l'Impegno Microfibre 2030 e stanno lavorando per raggiungere questo obiettivo comune.

L'industria della moda è stata a lungo accusata di essere lenta ad agire sulle questioni ambientali, che si collegano direttamente all'inquinamento da microfibre, ad esempio, anche se ci sono sempre più iniziative positive di cambiamento all'interno dell'industria della moda, con molti marchi di moda leader che hanno stabilito una strategia di sostenibilità per affrontare questioni come la perdita di microfibre dai loro prodotti.

Di recente, abbiamo lavorato con marchi come Under Armour su un nuovo Kit di dispersione delle fibre per il loro Metodo di Prova, per quantificare il rilascio di fibre dai loro prodotti, e anche con Hugo Boss, che ha implementato la propria strategia di sostenibilità a 5 pilastri. Entrambi i marchi hanno obiettivi di sostenibilità verso i quali stanno lavorando, che includono obiettivi specifici per combattere l'inquinamento da microfibre dei loro prodotti.

Ricerca dell'Università di Leeds e metodi di prova per la misurazione del rilascio di microfibre

I ricercatori dell'Università di Leeds hanno lavorato a uno studio per comprendere il rilascio di microfibre nell'ambiente, che è stato pubblicato in un documento riguardante la Quantificazione del rilascio di microfibre dai tessuti durante il lavaggio nel gennaio 2023. In seguito a ciò, il Metodo di Prova TMC è stato sviluppato attraverso un rapporto di collaborazione tra l'Università di Leeds, l'European Outdoor Group e il Consorzio Microfibre, oltre alla più ampia rete di stakeholder, dopo molti cicli di test e di convalida del settore.

Il metodo di prova presenta un processo quantificabile per la misurazione del rilascio di microfibre, convalidato attraverso test di correlazione con numerosi laboratori globali indipendenti. Ha inoltre aperto la strada alla considerazione e alla creazione di standard per la quantificazione del rilascio di microfibre dal lavaggio dei tessuti da parte degli enti normativi europei e internazionali. Gli standard attuali sono i seguenti, il primo riguarda il metodo di prova di The Microfibre Consortium:

ISO 4484-1 - Determinazione della perdita di materiali dal tessuto durante il lavaggio

ISO 4484-2 - Analisi qualitativa e quantitativa delle microplastiche

ISO 4484-3 - Misurazione della massa di materiale raccolto rilasciato dai prodotti finali tessili con il metodo di lavaggio domestico

Quali strumenti di prova si possono utilizzare?

Il Metodo di Prova TMC è stato dimostrato per la prima volta pubblicamente nell'ottobre 2023 durante la Conferenza Textile Exchange, quando i delegati hanno intrapreso un viaggio sul campo dove hanno assistito all'esecuzione del test sul James Heal GyroWash. Un GyroWash a 8 vasche è stato utilizzato nello studio dell'Università di Leeds che ha portato alla formulazione del metodo di prova.

Per completare la parte di misurazione del test è necessario un kit aggiuntivo, anch'esso disponibile presso James Heal. Ci contatti per ulteriori informazioni sull'attrezzatura necessaria per completare questo test con GyroWash.

Il GyroWash è uno strumento di laboratorio affidabile, progettato per replicare le condizioni di lavaggio domestico, ed è un'apparecchiatura consolidata per la solidità del colore, utilizzata nei laboratori tessili di tutto il mondo.

GyroWash consiste in un bagno riscaldato contenente un albero rotante orizzontale che sostiene una serie di recipienti in acciaio inox. I recipienti contengono il campione di prova in un liquido con un numero prestabilito di cuscinetti in acciaio inox che replicano l'agitazione e l'abrasione all'interno del bagno.

Vantaggi dell'utilizzo del GyroWash:

Maggiore controllo e ripetibilità delle condizioni di test
I parametri come il volume e la temperatura dell'acqua, la velocità di rotazione e la durata possono essere impostati in modo molto più preciso rispetto alle lavatrici domestiche
L'intero liquido di prova può essere filtrato e analizzato, riducendo i potenziali errori o l'incertezza dei risultati
Dimensioni ridotte dei campioni, vengono testati i campioni di tessuto e non gli indumenti completi per valutare la perdita di fibre
Riduzione dei costi dei campioni
Meno liquido di lavaggio utilizzato per testare i campioni, il test stesso è più ecologico in quanto produce meno effluenti di prova.

Per questo metodo di prova, GyroWash fornisce una quantificazione accurata del rilascio di microfibre. Lo studio dell'Università di Leeds ha dimostrato che l'efficacia della filtrazione è superiore al 99% e che l'influenza della dispersione dei bordi è stata ridotta al minimo grazie all'uso di un'efficace sigillatura dei bordi mediante cucitura.

Scarichi la brochure Gyrowash per saperne di più